Angelo Gilardino
✝ 2022
Che cosa ne sa il pubblico musicale - quello che assiste ai concerti di musica classica, che ascolta i CD e le varie registrazioni, che magari legge qualche rivista musicale per appassionati - della chitarra? Che cosa ne sanno, del "nostro strumento", i musicisti stessi - quelli che suonano nelle orchestre, i cantanti, i direttori, i pianisti, i direttori artistici delle istituzioni musicali, i programmatori delle trasmissioni, i giornalisti che scrivono di musica? Se domandate a qualcuno degli esponenti di una delle suddette categorie chi è Chopin o Debussy, vi rivolgerà uno sguardo interrogativo, come per chiedervi quale senso abbia una domanda tanto ovvia e banale. Ma se gli domandate chi era Giulio Regondi, cadrà dalle nuvole.
L'idea che questo pubblico, percentualmente modesto a petto di quello che ascolta gli altri generi di musica, ma immenso se paragonato a quello dei concerti di chitarra, possa essere raggiunto da un messaggio informativo sull'esistenza di un repertorio ampio e meritevole di essere conosciuto, qual è quello della chitarra, non è stata mia: fino a quattro mesi fa, io avevo scritto solo testi storici, saggi, articoli, etc., destinati a coloro che, della chitarra, erano già ben consci, e quindi avevo scritto in una forma che dava per scontate certe conoscenze di base: per essere chiaro con un esempio, ho spiegato le caratteristiche specifiche della musica di Napoléon Coste - e di cento altri autori - a chi sapeva benissimo chi fosse stato il compositore dei "25 Studi op. 38".
La direzione di una casa editrice milanese - Curci - mi ha invece proposto di scrivere un libro sulla musica per chitarra destinato a coloro che amano la musica classica, che magari sono anche musicisti, ma che, di chitarra, sanno poco o nulla. In altre parole, mi ha chiesto di "raccontare" la chitarra ai pianisti e ai direttori d'orchestra, ai compratori di biglietti di concerti di musica classica che, da quando Segovia è mancato, di chitarristi non vedono nemmeno l'ombra, e di rivelare loro nomi, opere e gesta dei maestri della composizione chitarristica. L'idea dell'editore è quella di fare in modo che, alla domanda: "Chi era Fernando Sor?" possa rispondere non soltanto il maestro o lo studente di chitarra (e non è detto che sappia dire molto, oltre al fatto che era un chitarrista-compositore dell'Ottocento), ma anche l'architetto che ha in discoteca i Concerti Brandeburghesi , i Concerti di Vivaldi, le Sinfonie di Mozart e di Beethoven e magari i Quartetti di Bartók o il maestro di pianoforte che sa a memoria l'opera omnia di Chopin, ma che non ha mai sentito menzionare Dionisio Aguado. Ovviamente, a tale consapevolezza corrisponderebbe anche un vigoroso aumento degli ascoltatori dei concerti e dei dischi di chitarra, non destroungulati e non reduci dal recente festival di chitarra di San Martino di Castrozza - anche se a nessuno di questi campioni sarà vietato di acquistare il libro, e magari anche di leggerlo.
Dopo aver molto dubitato delle mie capacità di scrivere in uno stile che risultasse accettabile, e magari stimolante, per così diverse e differenti categorie di lettori "musicali", aventi in comune soltanto la loro beata - e non certo colpevole - ignoranza della chitarra, e dopo aver abbozzato e discusso con la direzione editoriale in questione alcune "prove di scrittura", mi sono convinto e anzi animato, e ho scritto il libro, attenendomi alle prescrizioni del committente: 210 pagine di testo, alle quali si aggiungeranno l'iconografia e le soglie. Il volume è in corso di impaginazione e verrà pubblicato tra qualche settimana, con una prefazione di Emilia de Segovia, la vedova di Andrés Segovia.
Comunico tutto ciò ai colleghi, agli studenti e ai lettori di questo forum riferendomi ai recenti accenni all' "isolamento della chitarra"...
Angelo Gilardino
L'idea che questo pubblico, percentualmente modesto a petto di quello che ascolta gli altri generi di musica, ma immenso se paragonato a quello dei concerti di chitarra, possa essere raggiunto da un messaggio informativo sull'esistenza di un repertorio ampio e meritevole di essere conosciuto, qual è quello della chitarra, non è stata mia: fino a quattro mesi fa, io avevo scritto solo testi storici, saggi, articoli, etc., destinati a coloro che, della chitarra, erano già ben consci, e quindi avevo scritto in una forma che dava per scontate certe conoscenze di base: per essere chiaro con un esempio, ho spiegato le caratteristiche specifiche della musica di Napoléon Coste - e di cento altri autori - a chi sapeva benissimo chi fosse stato il compositore dei "25 Studi op. 38".
La direzione di una casa editrice milanese - Curci - mi ha invece proposto di scrivere un libro sulla musica per chitarra destinato a coloro che amano la musica classica, che magari sono anche musicisti, ma che, di chitarra, sanno poco o nulla. In altre parole, mi ha chiesto di "raccontare" la chitarra ai pianisti e ai direttori d'orchestra, ai compratori di biglietti di concerti di musica classica che, da quando Segovia è mancato, di chitarristi non vedono nemmeno l'ombra, e di rivelare loro nomi, opere e gesta dei maestri della composizione chitarristica. L'idea dell'editore è quella di fare in modo che, alla domanda: "Chi era Fernando Sor?" possa rispondere non soltanto il maestro o lo studente di chitarra (e non è detto che sappia dire molto, oltre al fatto che era un chitarrista-compositore dell'Ottocento), ma anche l'architetto che ha in discoteca i Concerti Brandeburghesi , i Concerti di Vivaldi, le Sinfonie di Mozart e di Beethoven e magari i Quartetti di Bartók o il maestro di pianoforte che sa a memoria l'opera omnia di Chopin, ma che non ha mai sentito menzionare Dionisio Aguado. Ovviamente, a tale consapevolezza corrisponderebbe anche un vigoroso aumento degli ascoltatori dei concerti e dei dischi di chitarra, non destroungulati e non reduci dal recente festival di chitarra di San Martino di Castrozza - anche se a nessuno di questi campioni sarà vietato di acquistare il libro, e magari anche di leggerlo.
Dopo aver molto dubitato delle mie capacità di scrivere in uno stile che risultasse accettabile, e magari stimolante, per così diverse e differenti categorie di lettori "musicali", aventi in comune soltanto la loro beata - e non certo colpevole - ignoranza della chitarra, e dopo aver abbozzato e discusso con la direzione editoriale in questione alcune "prove di scrittura", mi sono convinto e anzi animato, e ho scritto il libro, attenendomi alle prescrizioni del committente: 210 pagine di testo, alle quali si aggiungeranno l'iconografia e le soglie. Il volume è in corso di impaginazione e verrà pubblicato tra qualche settimana, con una prefazione di Emilia de Segovia, la vedova di Andrés Segovia.
Comunico tutto ciò ai colleghi, agli studenti e ai lettori di questo forum riferendomi ai recenti accenni all' "isolamento della chitarra"...
Angelo Gilardino